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L'Europa per le PMI

Le piccole e medie imprese in Europa rappresentano il 99% delle aziende, danno lavoro a 2 dipendenti su 3, producendo il 58% del totale del valore aggiunto dell’Unione. Sono quindi un motore chiave per la crescita economica, l’innovazione, l’occupazione e l’integrazione sociale. L’Europa ha da tempo riconosciuto il ruolo chiave di questi soggetti e, attraverso l’attività della Commissione Europea, mira a migliorare il contesto delle attività per le PMI, per consentire loro di realizzare a pieno il proprio potenziale nell’economia globale di oggi. 
 
La Commissione europea si occupa di diverse politiche che interessano l’imprenditoria e le PMI di tutta Europa, dei meccanismi a sostegno delle stesse (networking, misure di supporto per le aziende); opera a favore degli imprenditori esistenti come di quelli potenziali, dedicando particolare attenzione a forme specifiche di imprenditorialità, come quelle delle imprenditrici, degli artigiani o delle imprese dell’economia sociale. Tutte le azioni a sostegno delle PMI e dell’imprenditorialità si collocano in un unico quadro globale, lo Small Business Act per l’Europa (SBA), che gli Stati membri si sono impegnati ad attuare assieme alla Commissione europea. Adottato nel giugno 2008, lo Small Business Act per l’Europa riflette la volontà politica di riconoscere il ruolo centrale delle PMI nell’economia dell’UE e istituisce per la prima volta un quadro politico globale in materia di PMI per l’UE e per i suoi Stati membri.  Mira a migliorare l’approccio globale all’imprenditoria, ad ancorare permanentemente il principio “pensare anzitutto in piccolo” nei processi decisionali, dalla formulazione delle norme al servizio pubblico, e a promuovere la crescita delle PMI aiutandole ad affrontare i problemi irrisolti che ne ostacolano lo sviluppo. Lo Small Business Act per l’Europa si applica a tutte le imprese indipendenti con meno di 250 dipendenti, ossia al 99% di tutte le imprese europee. In un contesto economico globale come quello di oggi, le politiche europee sono sempre più decisive perché le nostre imprese possano crescere e creare occupazione. Malgrado qualche timido segnale di ripresa, l’economia europea non registra tassi di crescita tali da consentirci di dare risposte all’emergenza rappresentata dalla disoccupazione, specie giovanile, e dal problema dell’accesso al credito da parte delle PMI. 
 
I risultati dell’ultimo Rapporto sulla competitività europea, presentato lo scorso 11 settembre, disegnano un quadro di luci ed ombre: i Paesi che accusano le difficoltà maggiori sono anche quelli dove le imprese soffrono di più. Solo una parte delle imprese europee è riuscita, seppur con grandi sforzi, a mantenere alto il proprio livello di competitività. Sono aumentate le loro esportazioni verso i Paesi terzi e la loro capacità di innovare ed integrarsi nelle catene di valore globali, beneficiando di una forza lavoro particolarmente qualificata. Occorre intensificare gli sforzi su diversi fronti. 
 
Occorre in primo luogo rilanciare la domanda interna e allo stesso tempo migliorare costantemente la competitività. Per fare questo è indispensabile ridurre il carico amministrativo, stimolare l’innovazione, realizzare infrastrutture efficienti, creare le condizioni perché il costo dell’energia sia sostenibile e, infine, formare professionalità in grado di inserirsi in un mercato del lavoro sempre più competitivo. In questo quadro il ruolo delle PMI è essenziale perché sono un attore fondamentale della strategia di politica industriale che l’UE sta attuando facendo seguito alle Conclusioni del Consiglio europeo del marzo scorso dove si afferma che una forte base industriale è la conditio sine qua non per ridare forza alla nostra economia. 
 
Per questo, l’Ue ha attualmente focalizzato l’ azione su tre priorità: riduzione degli oneri amministrativi, internazionalizzazione e accesso al credito.

"L'Europa e le PMI" - Pubblicazione a cura di Patrizia Toia (pdf)

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