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Commissioni parlamentari

L’impegno per le foreste. Un quadro per la tutela della Natura e dei Popoli

IL MONDO E LE FORESTE
Oggi si parla tanto di Amazzonia e di emergenza forestale, come abbiamo visto con gli spaventosi incendi che funestano l’Australia e il Sud-Est Asiatico, ma cosa conosciamo davvero delle foreste?

Sappiamo tutti benissimo che le foreste sono i polmoni della Terra, i nostri polmoni: ci forniscono l’ossigeno che respiriamo, puliscono la nostra aria, sono fondamentali per la vita. Si pensi che la sola foresta amazzonica, che si estende per sette milioni e mezzo di chilometri quadrati (per intenderci, l’equivalente di tre quarti della superficie dell’Europa), assorbe l’anidride carbonica e la trasforma in circa il 20% dell’ossigeno che respiriamo.

Le foreste coprono il 30 % della superficie della Terra e ospitano l'80 % della sua biodiversità, cioè la grande varietà di animali, piante, funghi, microorganismi che costituiscono il nostro pianeta. A sua volta la biodiversità ci garantisce risorse e sostentamento, fondamentali per la nostra sopravvivenza. Le foreste sono, e contengono, un tesoro prezioso per noi.

Ma come lo trattiamo, questo tesoro prezioso? Mettendolo quotidianamente in pericolo: a causa della deforestazione e del degrado ambientale, quel fenomeno per cui riduciamo la capacità della foresta di fornire beni e “servizi”, è andata perduta, tra il 1990 e il 2016, una superficie pari a 1,3 milioni di chilometri quadrati di foresta, l'equivalente di 800 campi da calcio persi ogni ora.

La deforestazione è una delle cause principali del declino della biodiversità e questo porta ad effetti di lunga durata e persino permanenti.

Per esempio,  le emissioni prodotte dall'utilizzo e dai cambiamenti di destinazione del suolo, principalmente a causa della deforestazione, rappresentano la seconda causa principale dei cambiamenti climatici dopo la combustione di combustibili fossili, e rappresentano circa il 12 % di tutte le emissioni di gas a effetto serra.

O si pensi ancora che la massiccia conversione di foreste, accompagnata dalla conversione delle zone umide, delle praterie e degli altri ecosistemi terrestri, stima il WWF, ha prodotto un calo del 60% del numero di vertebrati in tutto il mondo dal 1970!

L’EUROPA: UN MODELLO… CON I SUOI LIMITI

A fronte di questo spaventoso e preoccupante trend mondiale, l’Unione Europea ha invece assunto una posizione “virtuosa”, grazie ad un potente intervento, regolamentare e non. Il 43% della superficie dell'UE (182 milioni di ettari) è costituito da foreste o altri terreni boschivi, di cui 134 sono disponibili per l'approvvigionamento di legname. Le foreste dell'UE, a differenza del trend mondiale di cui parlavamo sopra, sono cresciute, dal 1990 al 2015, aumentando le dimensioni di un'area pari alla superficie della Grecia, grazie ai programmi di imboschimento e riforestazione ed alla ricrescita naturale: solo l’Italia vede crescere la superficie delle foreste di 800 metri quadrati al minuto. Inoltre, più del 20% delle risorse forestali dell’UE, 38 milioni di ettari, sono zone naturali protette.

foreste ue

Ancora una volta, l’Unione Europea si dimostra pronta a rispondere, con lungimiranza e visione, alle sfide della nostra epoca.

Ma non ci possiamo certo fermare qui, perché, indirettamente, anche noi cittadini europei contribuiamo alla deforestazione: infatti, nonostante la maggior parte dei beni associati alla deforestazione e al degrado forestale venga consumata a livello locale e regionale, l'UE importa tantissimi prodotti che contribuiscono, direttamente o indirettamente, alla deforestazione di immense aree: si pensi che, dei 117 milioni di tonnellate di soia prodotte dal Brasile nel 2018, la metà è stata acquistata dagli Stati membri dell’Unione Europea, per sfamare il bestiame.

La lotta alla deforestazione è una sfida enorme e complessa: quali sono le cause dell’abbattimento delle foreste?

Innanzitutto, la deforestazione è spesso dovuta alla ricerca di risorse da popolazioni che, anche a causa della bassa produttività e della scarsa efficienza nell’impiego di tali risorse, consumano una sempre maggiore quantità di suolo: l’80% della deforestazione mondiale è dovuta all’espansione dei terreni agricoli. In molti Paesi le popolazioni locali, per ottenere terreni fertili preferiscono provocare incendi, spesso incontrollati, di ampie zone e foreste.

Alla distruzione delle foreste contribuiscono anche le attività industriali ed estrattive.

Si pone infine un enorme problema “sistemico” di molti Paesi, dovuto a governance deboli, corruzione, scarsa applicazione o addirittura assenza di normative adeguate ed elevata presenza di attività illegali.

COSA PUÒ FARE ALLORA L’EUROPA?

Innanzitutto, la Commissione Europea ha indicato cinque priorità per rafforzare le azioni dell’Unione contro la deforestazione e il degrado forestale, ognuna delle quali declinata in azioni concrete:

  • Ridurre l'impronta dei consumi dell'UE sui terreni e incoraggiare il consumo di prodotti provenienti da catene di approvvigionamento nell'UE che non contribuiscano alla deforestazione
  • Collaborare con i paesi produttori per diminuire la pressione sulle foreste e vigilare affinché la cooperazione allo sviluppo dell'UE non sia causa di deforestazione
  • Rafforzare la cooperazione internazionale per arrestare la deforestazione e il degrado forestale e promuovere il ripristino delle foreste
  • Riorientare i finanziamenti verso pratiche più sostenibili di uso del suolo
  • Sostenere la disponibilità, la qualità e l'accesso alle informazioni sulle foreste e le catene di approvvigionamento dei prodotti; sostenere la ricerca e l'innovazione

Sicuramente un piano ambizioso: si tratta di una serie di obiettivi che l’Unione non può portare avanti unilateralmente, ma richiedono, come evidenzia la terza priorità, un lavoro di cooperazione intenso, sulla base di accordi commerciali con altri Stati e nelle principali sedi internazionali, a partire dalla FAO.

Sappiamo bene che un problema globale come la deforestazione, come tutte le questioni relative all’ambiente, è da portare avanti insieme, con un lavoro intenso in tutti i Paesi, ascoltando e coinvolgendo la società civile, sempre più attenta a questi temi come dimostrano i giovani con i Fridays for Future e l’esempio di Greta Thunberg o direttamente colpita dagli effetti nefasti della deforestazione, e sensibilizzando il settore privato, che troppo spesso dimentica come il taglio di una foresta, per massimizzare il profitto, distrugga una ricchezza comune come la biodiversità.

L’Unione Europea deve attivarsi per minimizzare gli effetti negativi della deforestazione non solamente illegale, ma anche legale, applicando dei criteri minimi di sostenibilità vincolanti applicabili ai processi di dovuta diligenza delle aziende.

Nel mio impegno come membro sostituto della Commissione per lo Sviluppo (Commissione DEVE) ho deciso di intervenire con determinazione sulle questioni relative alle foreste.

Stiamo lavorando perché l'UE aumenti i suoi investimenti in programmi per rendere le agricolture locali resistenti ai cambiamenti climatici e sostenibili: con il continuo cambiamento climatico sono sempre più necessarie, specie per le regioni più povere del Pianeta, delle colture resistenti, meno vulnerabili al rischio.

L'obiettivo è naturalmente fermare l'espansione dell'uso del suolo a scapito delle foreste, alimentando e fornendo opportunità economiche ad una popolazione in crescita: si pensi infatti che, come evidenzia la FAO nello “Stato delle foreste del mondo 2018”, le foreste sono la fonte, per oltre un miliardo di persone, di cibo, medicine e combustibile. 

Solo nella foresta amazzonica vivono (e naturalmente dipendono dalle sue risorse) oltre 400 popoli indigeni, con la loro ricchezza di tradizioni, cultura e miti, strettamente connessi con l’ambiente.

Ecco, un punto sul quale desidererei fare chiarezza e a cui tengo molto: la questione della tutela delle foreste è una questione non solamente relativa alla tutela della biodiversità, ma è un tema fondamentale di giustizia sociale e di garanzia dei diritti umani! È necessario un impegno che deve iniziare dal rinnovo e dal ripristino ecologico degli ambienti e dagli habitat degradati e danneggiati.

Lo ha mostrato al mondo intero Papa Francesco, in senso ampio con l’enciclica “Laudato Sì” (che compie proprio fra pochi giorni 5 anni), ma soprattutto con il Sinodo per l’Amazzonia che ci ricorda, nel documento finale, come “gli attentati contro la natura hanno conseguenze per la vita dei popoli”.

In questo difficile momento di emergenza sanitaria, siamo dolorosamente venuti a conoscenza di quale sia l’impatto sulle nostre vite delle pandemie: la diffusione di queste pandemie, si è accertato, è dovuto, tra gli altri fattori, anche alla distruzione dei nostri ecosistemi. Proteggere gli ecosistemi è prenderci cura della nostra salute e della salute di coloro che vivono in quegli ecosistemi.

Solo tenendo a mente questi aspetti l’UE può diventare guida e modello “completo”, a livello mondiale, nella lotta alla deforestazione.

FONTI

https://ec.europa.eu/italy/news/20190724_commissione_intensifica_azione_ue_proteggere_ripristinare_foreste_pianeta_it

Comunicazione Della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato Delle Regioni: Intensificare l'azione dell'UE per proteggere e ripristinare le foreste del pianeta, 23 luglio 2019:

Allegato 2: https://eur-lex.europa.eu/resource.html?uri=cellar:a1d5a7da-ad30-11e9-9d01-01aa75ed71a1.0002.02/DOC_3&format=PDF


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