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Schede informative

Riprendiamo la rubrica di schede informative sulle attività dell'Unione europea, che sono state molto apprezzate, con riferimenti giuridici ma anche con riferimenti legati al dibattito politico e culturale, relative a temi di grande rilevanza sociale su cui l’Europa sta adottando scelte e scrivendo norme che delineeranno un orizzonte di scelte di standard che l‘ Europa auspica possano diventare di riferimento globale. Se volete ulteriori approfondimenti scrivetemi a: 

Regolamento sulla protezione dell'Unione dalla manipolazione del mercato elettrico e dell'energia all'ingrosso - REGOLAMENTO REMIT

Il tema dei prezzi dell'energia per il consumatore finale, sia famiglie che imprese, è di estrema importanza per l'economia europea e per la stabilità sociale dei paesi.

Troppi rialzi e troppo alti costi sono stati sopportati dai cittadini in questi anni ed è perciò che si è ritenuto di rivedere, integrare e correggere la normativa in corso per avere misure e norme più efficienti nel monitoraggio e nel controllo del funzionamento del mercato all'ingrosso dei prodotti energetici.

Questo testo sembra (e in effetti lo è) molto tecnico e circoscritto ad aspetti finanziari o regolatori, ma da esso dipende poi la modalità con cui si formano i prezzi dell'energia e per questo è, e deve essere, di diretto interesse dei cittadini e delle imprese che consumano energia.

Per questo si cercherà in questa scheda di spiegare il contenuto oltre che le ragioni di fondo e di evidenziare anche l'orientamento molto ambizioso del gruppo SD portato avanti dall'on. Toia, come shadow del provvedimento.

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Direttiva sulle energie rinnovabili

Alla ripresa autunnale, con una prospettiva temporale per la legislatura di 9 mesi, l'attenzione delle istituzioni (e, in parallelo, delle forze politiche) si concentra sui temi più “caldi”: la sostenibilità, il digitale, la coesione sociale.

Questa legislatura ha avuto fin dall'inizio una grande priorità: la politica ambientale. In particolare, le priorità sono state e sono:

La lotta al cambiamento climatico

  • la decarbonizzazione al 2050;
  • il ribaltamento del modello di approvvigionamento energetico, con l’abbandono dei fossili;
  • la trasformazione del  mondo  produttivo,  dell'”abitare”  e  della  mobilità  verso 
Sostenibilità

In tutto questo impegnativo processo un capitolo importante è rappresentato dalle ENERGIE RINNOVABILI e dal peso che avranno nel complessivo bilancio energetico secondo le previsioni e il dettato del Fit for 55.

Il pacchetto “Fit for 55” comprende varie direttive e Regolamenti che costituiscono il quadro giuridico per arrivare alla decarbonizzazione dell’economia europea al 2050 secondo il quadro del GREEN DEAL, la strategia generale, della CLIMATE LAW che sancisce target vincolanti e relative tappe temporali.

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Nota informativa sul credito al consumo

Il Parlamento europeo ha affrontato, in via definitiva, la nuova direttiva sul CREDITO al CONSUMO che modifica la direttiva del 2008, ormai inadeguata e insufficiente perché il mercato del credito è profondamente modificato, nuovi prodotti sono stati immessi, nuovi operatori sono presenti e “nuovi rischi” si profilano per i consumatori.

Tre dunque sono state le motivazioni e le linee guida di questa rinnovata direttiva:

  • l’aggiornamento delle norme perché siano adeguate e complete per “coprire” tutte le novità presenti sul mercato;
  • la necessità di rafforzare la tutela e la difesa dei consumatori che oggi hanno a disposizione più prodotti, dunque più possibilità ma anche più rischi e pericoli;
  • l'adeguamento della direttiva alla nuova realtà digitalizzata

La discussione su questo testo è stata molto lunga e complessa e, soprattutto, nel negoziato con gli altri gruppi e nel trilogo col Consiglio e la Commissione.

Da parte del gruppo SD vi è stato un impegno notevole per far emergere e conservare i punti prioritari per il gruppo, a partire dalla maggiore tutela dei consumatori.

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LA RIFORMA DELL’EUROPA La revisione dei Trattati

A un anno e più di distanza dal voto in Parlamento Europeo relativo all’approvazione di una Risoluzione sulle conclusioni della “Conferenza sul futuro dell’Europa” con una esplicita richiesta di una Convenzione per la modifica dei Trattati dell’UE, le istituzioni europee nel loro complesso sono purtroppo ferme.

Su questo il Parlamento (la Commissione AFCO sta approfondendo il dossier e in autunno offrirà le sue dettagliate proposte di modifica dei Trattati, ponendo il Consiglio di fronte alle sue responsabilità.

La necessità di una profonda riforma delle regole di funzionamento e delle basi giuridiche è sotto gli occhi di tutti coloro che credono nell’Europa ed è motivata e motivabile sotto tantissimi aspetti.

1.    Perché la riforma dei Trattati

Di fronte a crescenti responsabilità e sfide per l’UE, di fronte a cambiamenti e processi complessi, sia economici che sociali, di fronte ad un impoverimento degli europei, a crescenti disuguaglianze e ad uno sconvolgimento delle dinamiche geopolitiche, l’Europa diventa sempre più indispensabile, ma deve essere messa nelle condizioni di operare, avendo mezzi, risorse e “potere”.

trattati ue

È una consapevolezza diffusa che, per dirla con le parole del Presidente del Movimento Federalista Europeo, Stefano Castagnoli:

« Abbiamo bisogno, con urgenza, di un’Europa più capace di agire sul piano politico, più efficace nel trovare soluzioni ai problemi comuni, più legittimata dagli stessi cittadini. I cambiamenti necessari sono ormai identificati con chiarezza, a partire da alcune competenze, dal completamento dell’Unione monetaria con l’unione fiscale ed economica, oltre che con il passaggio dell’unanimità al voto a maggioranza in base alla procedura legislativa ordinaria in materie come la politica estera e di sicurezza ».

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ANNO EUROPEO DELLE COMPETENZE e superamento della “TRAPPOLA PER LO SVILUPPO DEI TALENTI”

In molti contesti si parla del valore delle COMPETENZE per l’affermazione delle persone, per la resilienza della società, per la crescita del sistema produttivo e per una valorizzazione del mercato del lavoro.

A proposito di competenze, la COMMISSIONE EUROPEA ha varato un PIANO e stabilito che il 2023 sia l’Anno Europeo delle Competenze unitamente ad un programma di valorizzazione dei talenti.

Le due importanti iniziative sono collegate in quanto lo sviluppo “diffuso” delle competenze personali e professionali si incrocia con la necessità di affrontare e superare la “Trappola per lo sviluppo dei talenti”, nonché con la situazione demografica e le sue prospettive.

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1.    Il contesto

La situazione della forza lavoro in Europa e soprattutto in alcuni Paesi (tra cui l’Italia) è molto complessa e, se non verrà affrontata adeguatamente e con strumenti incisivi ed efficaci, rischierà di pregiudicare o condizionare in modo negativo lo sviluppo del nostro continente.

Alcuni dati dimostrano chiaramente tutto ciò:

  • In Europa, almeno i 3/4 delle imprese ha serie difficoltà nel reperire sul mercato manodopera competente e professionalmente preparata per i lavori richiesti.
  • Una percentuale troppo bassa di lavoratori, circa il 37%, segue corsi di formazione

o di aggiornamento.

  • Sotto il profilo digitale, secondo l’analisi condotta, si evince che tra gli adulti, solo 4 su 10 (e su tutta la popolazione, solo 1 su 3) hanno competenze digitali di base.
  • Più di 28 tipologie di lavoro manifesta carenze di competenze (dall’ingegneria all’informatica).
  • Una valutazione specifica merita la presenze delle donne nel mercato del lavoro dove continua, nonostante alcuni interventi in atto, la insufficiente rappresentanza femminile nei campi tecnologici e scientifici e nelle materie STEM.

Per questo è molto importante che l’iniziativa per l’Anno Europeo delle Competenze con le proposte ed i propositi relativi sia sostenuta con molta forza dalle istituzioni nazionali, regionali e locali, dalle realtà economiche e produttive, dall’associazionismo sociale, da un impegno tanto pubblico quanto privato, le associazioni imprenditoriali, le Camere di Commercio e tutti gli stakeholders della formazione professionale.

Tutti questi soggetti dovranno mobilitarsi e fare un salto di qualità per la sfera dell’apprendimento sia per i giovani che per i meno giovani. In particolare, si deve aprire:

  • Agli investimenti nel campo della formazione e dell’apprendimento
  • Sulla qualità dell’apprendimento e delle competenze
  • Nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro, cioè tra le capacità delle persone e le opportunità del sistema economico e produttivo.

L’ambizione di questo “Anno delle Competenze” va oltre la sola forza lavoro europea e vuole aprirsi all’arrivo di nuove competenze (anche “fuori dall’Europa”) essendo attrattivi come europei sia al nostro interno sia all’esterno dell’UE.

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