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Eurodeputati news

LA NEWSLETTER DEGLI EURODEPUTATI PD - GIUGNO 2018

L'editoriale di Patrizia Toia (Giugno 2018) - ll 28 e 29 giugno i capi di Stato e di Governo si riuniranno a Bruxelles per il Consiglio europeo che si annuncia decisivo per il futuro del progetto europeo. Immigrazione, eurozona, bilancio Ue, Brexit. Da troppo tempo le decisioni sulle questioni cruciali vengono rimandate, lasciando crescere la frustrazione dei cittadini e lasciando prosperare i partiti populisti che certamente peggiorano la situazione. Nella sessione plenaria del Parlamento europeo che si è tenuta questa settimana a Strasburgo abbiamo discusso molto della questione immigrazione e della scandalosa e cinica gestione del caso Aquarius da parte del ministro dell’Interno italiano. In Europa sono tutti d’accordo nel condannare l’inaccettabile speculazione politica di Salvini, che non ha esitato a mettere a rischio centinaia di vite umane per guadagnare consensi
 
politici interni e che ha, in spregio a ogni rispetto dei diritti umani, usato persone, per di più vulnerabili, per sollevare un’attenzione ricattatoria. Qualunque fosse la posta in gioco, non è eticamente accettabile usare le persone, le vite umane, per negoziare una qualche posizione nazionale con gli altri Paesi Ue, perché per questo esistono le sedi istituzionali e politiche. Ma la scandalosa verità è che al momento il nostro Governo non ha alcuna proposta da negoziare con i partner europei. La chiusura dei porti non è una soluzione e non è nenache una mossa utile o efficace. E’ solo cinica propaganda interna , è l’esibizione di un volto truce e un pò feroce, alternato poi a parole sdolcinate “sui bimbi” da proteggere nei loro Paesi.

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LA NEWSLETTER DEGLI EURODEPUTATI PD - MAGGIO 2018

L'editoriale di Patrizia Toia (Maggio 2018) - L' Italia è in pericolo e ora è il momento della mobilitazione. Nei giorni scorsi solo la lucidità e la fermezza del presidente Matterella hanno evitato che il Paese fosse travolto da una crisi di sfiducia dei mercati che avrebbe potuto provocare un’uscita dall’euro, e quindi anche dall’Unione europea. La tenuta delle istituzioni democratiche è stata testata dall’aggressività dei movimenti populisti che stanno mettendo a repentaglio lo stato di diritto in diversi Paesi Ue. Sono i cittadini però il vero argine alle derive illiberali. Se la Lega non si è accodata alla richiesta di impeachment e se poi anche il Movimento 5 Stelle ha dovuto fare marcia indietro è anche perché hanno capito che la grande maggioranza degli italiani si è schierata con il Presidente della Repubblica.
 
Personalmente mi ha indignato sentire a Strasburgo sentire arrivare insulti a Matterella anche da Nigel Farage, l’euroscettico inglese compagno di gruppo parlamentare dei grillini, e ho preso la parola per respingere questi attacchi vili. Il populismo è oramai un pericolo in tutta Europa e le parole di Farage, così come le dichiarazioni di Marine Le Pen, dimostrano che le forze che hanno interesse a buttare l’Italia fuori dall’euro e dall’Ue vanno al di là dei confini nazionali. Per questo dobbiamo continuare a vigilare attentamente. La rinuncia dell’economista anti-euro Paolo Savona al ministero dell’Economia significa che abbiamo vinto una battaglia ma non la guerra. Il Governo populista che si è formato continua ad essere un rischio perché ha un programma assolutamente incompatibile con la permanenza dell’Italia nell’Ue, sia dal punto di vista economico che da quello dei diritti civili e dello stato di diritto.

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LA NEWSLETTER DEGLI EURODEPUTATI PD - APRILE 2018

L'editoriale di Patrizia Toia (Aprile 2018) - Il Parlamento europeo rappresenta la sede della legittimità europea, della sua responsabilità e, quindi, della sua vitalità. E’ qui che si gioca la partita del futuro ell’Europa”.Il Parlamento europeo rappresenta la sede della legittimità europea, della sua responsabilità e, quindi, della sua vitalità. E’ qui che si gioca la partita del futuro ell’Europa”.

A pronunciare queste parole, che sottoscriviamo in pieno, è stato il presidente francese Emmanuel Macron nel suo appassionato discorso nell’aula della plenaria a Strasburgo. L’intervento del capo di Stato francese è stato uno degli appuntamenti più rilevanti della sessione plenaria, assieme al dibattito con Federica Mogherini sulla tragedia della Siria. Abbiamo discusso delle iniziative che l’Unione europea può e deve fare per avviare finalmente, con i principali attori internazionali, la ripresa effettivadei colloqui tra le parti a Ginevra per ottenere da subito un cessate il fuoco e la realizzazione di un adeguato piano umanitario in modo da alleviare le terribili sofferenze della popolazione civile .

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LA NEWSLETTER DEGLI EURODEPUTATI PD - FEBBRAIO 2018

L'editoriale di Patrizia Toia (Febbraio 2018) - Più Europa. E più politica in Europa. E’ questo il titolo del capitolo dedicato all’Unione europea del programma del Partito Democratico per le elezioni del 4 marzo. Significa che per noi è importante far avanzare il progetto di integrazione europea, ma è altrettanto importante cambiare passo, aumentando la legittimità democratica, la responsabilità di chi prende le decisioni e la capacità di ascoltare la voce dei cittadini. Questo significa un’Europa “più politica”. Lo abbiamo ribadito noi tutti eurodeputati Pd lo scorso 20 gennaio nel partecipatissimo evento a Milano “Il futuro si chiama Stati Uniti d’Europa” e lo ha ribadito il segretario del Pd Matteo Renzi nel suo discorso programmatico.
 
Per questo nella sessione plenaria a Strasburgo del Parlamento europeo di febbraio ci siamo battuti, tra le altre cose, per la creazione di liste transnazionali nelle elezioni europee e per il consolidamento del sistema del candidato di punta, o “spitzenkandidat” alla presidenza della Commissione. Le liste transnazionali avrebbero permesso di utilizzare una parte dei seggi lasciati vacanti dalla Brexit per “europeizzare” le elezioni europee e permettere l’elezione di 27 eurodeputati in collegi distribuiti su più nazioni. L’idea era anche di utilizzare le liste transnazionali per rafforzare il sistema dello spitzenkandidat, facendo in modo che il prossimo candidato alla presidenza della Commissione dovesse andare a cercarsi i voti dei cittadini Paese per Paese per essere eletto nella lista transazionale.

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