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Schede informative

Riprendiamo la rubrica di schede informative sulle attività dell'Unione europea, che sono state molto apprezzate, con riferimenti giuridici ma anche con riferimenti legati al dibattito politico e culturale, relative a temi di grande rilevanza sociale su cui l’Europa sta adottando scelte e scrivendo norme che delineeranno un orizzonte di scelte di standard che l‘ Europa auspica possano diventare di riferimento globale. Se volete ulteriori approfondimenti scrivetemi a: 

RIDUZIONE delle EMISSIONI di METANO nel settore dell’ENERGIA

Non si parla molto di quanto il metano contribuisce all'inquinamento e, in particolare, alle emissioni in atmosfera.

In realtà queste missioni sono molto consistenti tanto che si calcola che il metano è il secondo contributore al cambiamento climatico perché emette emissioni 80 volte più forti della stessa CO2 proprio per il cambiamento climatico.

È dunque provato che si tratta di emissioni fortemente climalteranti.

gas metano

Per questo da tempo si auspicava una normativa che ponesse argine a tale situazione e che desse regole per misurare e tenere monitorato il settore.

Ciò che colpisce, studiando i dati del settore, è che gran parte delle emissioni proviene da perdite da forme di sfiato e flaring che potrebbero essere, ovviamente con impegnativi investimenti, riparate ed evitate.

Inoltre, gran parte delle emissioni avviene in altri paesi Extra UE da cui importiamo e dunque, se si vuole incidere sul fenomeno, bisogna allargare l’intervento UE fuori dall’Europa.

Si è partiti dall'esame della proposta della Commissione europea e poi, grazie al lavoro del Parlamento ed in particolare della Commissione Ambiente, si sono introdotti miglioramenti e arricchimenti al testo.

La PROPOSTA della COMMISSIONE EUROPEA

I contenuti sono relativi a regole per:

  • Misurazione, verifica delle emissioni e invio delle informazioni relative

L'applicazione è riferita alle attività di esplorazione e produzione di combustibili fossili e petrolio, alla “lavorazione” di gas fossili, al trasporto, la distribuzione e lo stoccaggio e alle attività ai terminali di gas, nonchè all’attività delle miniere di carbone, anche quelle sotterranee e abbandonate.

Questa parte riferita al carbone è stata particolarmente valutata dai rappresentanti della Polonia e di altri paesi che ancora, in misura massiccia, ricorrono alla estrazione e all'utilizzo del carbone.

  • Abbassamento delle emissioni attraverso una obbligatoria attività di riparazione delle perdite e il divieto di pratiche che portano alla fuoriuscita di emissioni (come lo sfiato e altre)
  • Definizione di misure di MITIGAZIONE

 Il testo finale del Parlamento

Come sempre il Parlamento ha perfezionato e reso più stringente il provvedimento per dare più efficacia all'intervento normativo europeo.

In particolare, il Parlamento ha:

  • Reso imperativo per la Commissione europea l'impegno a definire, a fine 2025, un target per tutta l'UE per la riduzione delle emissioni di metano entro il 2030 riferito a tutti i settori interessati.
  • Reso obbligatorio anche il “monitoraggio e la riparazione” riferito anche a paesi terzi, attraverso la responsabilità degli importatori (entro il 2025).

Questo aspetto è stato molto criticato da alcuni grandi operatori, sostenendo la difficoltà di impegnarsi per conto dei loro fornitori.

Tuttavia, questo obbligo è passato, perché senza una “responsabilità estesa” è difficile attuare un risultato veramente efficace.

Si pensi infatti che l’EU è teatro di grandi importazioni, specificatamente il 70% del carbone usato in Europa è importato e ben il 97% del petrolio e il 90% del gas fossile.

Inoltre, l'esame in Parlamento ha reso più stringente la proposta iniziale anche per quanto riguarda la periodicità e la frequenza con cui si faranno le indagini di verifica e di controllo sulla riparazioni, che dovranno essere effettuate per ogni singola fonte che emette.

Questo significa che il Parlamento ritiene fondamentale, con molta determinazione, una azione veramente “forte” e capace di affrontare e risolvere un problema così grave e così trascurato.

Per questo vuole norme vincolanti e severe.

Uno dei punti cruciali, come detto, è quello della responsabilità degli importatori.

È una norma severa e impegnativa, ma senza un intervento su questo piano non si affronterà veramente il problema “alla radice”.

Quindi già dal gennaio 2026 le società che importano carbone, petrolio, gas saranno obbligate a dimostrare che i loro fornitori/esportatori rispondano alle norme che dettano condizioni per la misurazione, il controllo e anche la riparazione delle perdite.

Insomma, anche gli esportatori, pur basati in paesi extra UE, dovranno avere determinati requisiti e la responsabilità di rispettare tutto ciò ricade sugli IMPORTATORI.

Sarà cura e responsabilità inoltre degli Stati Membri controllare che questa “catena” di responsabilità funzioni adeguatamente, anche stabilendo le opportune sanzioni.

La posizione del gruppo SD è stata molto chiara, nonostante la contrarietà e prese di posizione critiche degli importatori: la responsabilità va affermata!

Si è però introdotta una speciale deroga a fronte di situazioni che non dipendano dalla volontà e dagli sforzi degli importatori.

Infatti, se gli esportatori NON vogliono o non possono fornire tutte le informazioni necessarie (per soddisfare i requisiti richiesti) relativamente alla verifica e alla riparazione delle perdite, la società importatrice può chiedere l’autorizzazione a non fornire le informazioni necessarie, dimostrando però che ha profuso ogni sforzo e ogni tentativo per ottenere queste informazioni.

In tal caso, di fronte a prove convincenti che l'importatore abbia fatto tutto il possibile, gli Stati Membri possono NON IMPORRE sanzioni.

Infine, è importante la volontà per l'Unione europea, anche sollecitata da alcuni consessi internazionali e organismi che si occupano di questa problematica, di affrontare in modo sistemico le emissioni climalteranti di metano.

Per rendere palese e trasparente un così grave problema e per sensibilizzare tutti è importante la conoscenza.

Per questo verrà istituita una BANCA DATI per la TRASPARENZA del METANO che raccoglierà tutte le informazioni, le notizie sui Paesi esportatori e le misure che in questi Paesi vengono adottate.

La volontà, e l’impegno, sono di arrivare ad uno STRUMENTO di MONITORAGGIO GLOBALE anche utilizzando le rilevazioni satellitari.

Ancora una volta si conferma la regola per cui ogni problema ambientale e ogni azione di lotta al cambiamento climatico non possono essere risolti solo a livello europeo ma richiedono un approccio internazionale e, addirittura, mondiale.

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