Women & Digital Jobs in Europe
Negli ultimi trent’anni il digitale ha rivoluzionato ogni aspetto della nostra vita, dall’economia, alla politica alla sfera privata. Molti studi indicano che in un futuro prossimo il cambiamento tecnologico farà sparire milioni di posti di lavoro, creandone altri milioni ma solo per chi avrà le necessarie competenze. In questa rivoluzione che sta scardinando le strutture economiche e sociali del passato le tecnologie informatiche offrono enormi possibilità per le donne e per la parità di genere, ma insieme alla possibilità ci sono anche molti rischi. Si pensi solamente al telelavoro, che da una parte permette alle donne di conciliare vita privata e professionale come mai prima, ma dall’altra rischia di diventare una nuova forma di segregazione in cui alle donne lavoratrici si impone di stare a casa.
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Dallo spreco al dono - Il modello italiano per il recupero delle eccedenze alimentari
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Lombardia in Europa
Introduzione di Patrizia Toia - La partita dell’Europa si gioca suitemi socialie i fondi Ue sono il principale terreno di gioco. La scorsa primavera al Parlamento europeo abbiamo commissionato a Eurobarometro un sondaggio per chiedere ai cittadini europei quali fossero le aspettative nei confronti dell’Ue. Tra il 9 e il 18 aprile sono stati interpellati oltre 27 mila cittadini in 28 Stati membri e i risultati sono stati pubblicati a giugno, poco dopo il referendum inglese sulla Brexit. I dati non lasciano adito a dubbi. Il primo ambito in cui l’azione dell’Ue è percepita come insufficiente e nel quale si chiedono azioni più incisive da parte di Bruxelles è quello attinente alla crisi economica e alle sue conseguenze sociali. Il 69% degli intervistati ritiene che l’azione dell’Unione europea nella lotta alla disoccupazione sia insufficiente e il 77% vorrebbe che l’Ue intervenisse di più nella materia.
Per ironia della sorte la storia dei fondi regionali e di coesione nasce con l’adesione della Gran Bretagna all’Ue nel 1972: insieme a Danimarca e Irlanda, i capi di Stato e di Governo europei si riunirono a Parigi e si impegnarono a coordinare le rispettiva politiche regionali nazionali, invitando la Comunità europea a creare un fondo per lo sviluppo regionale. E’ nato così il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), a cui si aggiungono oggi il Fondo sociale europeo (Fes), il Fondo di coesione (Fc), il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Fesamp).
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