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Schede informative

Riprendiamo la rubrica di schede informative sulle attività dell'Unione europea, che sono state molto apprezzate, con riferimenti giuridici ma anche con riferimenti legati al dibattito politico e culturale, relative a temi di grande rilevanza sociale su cui l’Europa sta adottando scelte e scrivendo norme che delineeranno un orizzonte di scelte di standard che l‘ Europa auspica possano diventare di riferimento globale. Se volete ulteriori approfondimenti scrivetemi a: 

Pacchetto PMI

Presentato dalla Commissione europea il 12 settembre 2023

Premessa

In questi ultimi anni si sono moltiplicati gli interventi a favore delle PMI, perché è ormai convinzione diffusa che il nostro sistema industriale e produttivo europeo è, in grandissima parte, costituito da piccole e medie imprese (e anche da microimprese e imprese familiari).

Da tempo, dunque, si è alla ricerca delle misure più appropriate per questa “taglia” di impresa, flessibile, dinamica, ma spesso penalizzata dalle sue dimensioni nel grande mercato globale.

“Piccolo è bello” è senz’altro vero, ma a volte la realtà piccola non sa affrontare, perché non ha risorse o non ha personale, le sfide che i grandi mercati e i nuovi mercati offrono.

Questa situazione di dimensione inadeguata, nell'attuale fase di riorganizzazione dell'economia globale e delle filiere produttive, porta oggi le piccole e medie imprese a perdere delle opportunità.

Infatti oggi il reshoring, o comunque il ritorno di imprese in Europa, potrebbe favorirle, permettendo di inserirsi nella catena del valore.

La strategia europea deve dunque agire su due piani:

  • ridurre il peso degli oneri burocratici, amministrativi e i vincoli che sono un fardello a volte inappropriato e troppo oneroso per queste “piccole realtà”;
  • predisporre strumenti adeguati per queste realtà. Si potrebbero creare “nuovi strumenti” oppure procedere attraverso “adattamenti su misura” degli strumenti esistenti per le PMI.

A questi principi e allo scopo di rafforzare questa struttura-chiave del nostro sistema si ispirano le più recenti proposte e misure contenute nel pacchetto sottoposto alla discussione e all'esame del Parlamento a settembre.

Alcuni brevi dati

Nel panorama industriale e produttivo europeo il 99% delle imprese è costituito da PMI, da cui è garantita un'alta quota di posti di lavoro, quasi 2/3.

E proprio sull'occupazione, le PMI hanno recuperato le perdite dovute alla pandemia e sono tornate a livello pre-covid.

Purtroppo, invece, in termini di VALORE AGGIUNTO vi è stata una perdita rispetto al 2019 (in quasi tutti gli ecosistemi monitorati, cioè in 12 su 14).

Tuttavia, va sottolineato che la perdita di valore aggiunto è stata per le PMI inferiore che per le grandi aziende.

Infatti, per il 2023 tale valore è stato del 3,6 mentre per le grandi imprese è stato 4,8%.

Le principali sfide

Secondo le stesse PMI, per uscire definitivamente dalla crisi epidemica ed agli effetti della guerra russa, nonché il rincaro dei costi dell'energia e delle materie prime, occorrerebbero misure adatte a risolvere questi problemi:

  • il peso della burocrazia;
  • le perdite (a volte addirittura il rischio di fallimento) per i ritardi di pagamento;
  • la disponibilità di finanziamenti sia per gli investimenti che per l'attività corrente;
  • le reperibilità di personale adeguatamente preparato e formato;
  • il recepimento delle nuove tecnologie digitali nella propria attività.

Le proposte della COMMISSIONE

Il “pacchetto della COMMISSIONE” comprende sia misure legislative che misure non-legislative.

Le proposte legislative sono principalmente due:

  • un nuovo regolamento contro i ritardi di pagamento delle PMI
  • un nuovo sistema fiscale relativo alla sede centrale (HOT, Home Office Tax)
  • Regolamento sui ritardi di pagamento

In questo ambito è vigente una direttiva (2011), recepita in tutti i paesi, che tuttavia ha risolto solo parzialmente il suo scopo.

La direttiva riguarda le transazioni commerciali che spesso vedono le PMI come parte più debole e dunque quasi inerme nei rapporti commerciali con entità più grandi o con la pubblica amministrazione.

Si verifica dunque una situazione che viene definita “asimmetria di potere” tra debitori e creditori e ciò comporta, fino ad ora, anche un non completo rispetto delle norme della direttiva da parte dei debitori.

Per comprendere quanto questi ritardi siano dannosi in termini finanziari per le PMI si pensi che il diminuire di 1 solo giorno il tempo di ritardo dei pagamenti avrebbe l'effetto di far crescere il flusso di cassa complessivo delle imprese europee di ben 0,9%.

Quindi una cifra molto significativa per le finanze e i relativi movimenti del sistema delle imprese.

Il nuovo Regolamento porta nuove norme più “dure” e più semplici da attuare quali:

  1. Una riduzione del tempo per i pagamenti, con un effetto di prevenzione del ritardo stesso.

In altre parole, se le norme sono “penalizzanti” e rigorose per chi deve onorare i pagamenti, forse si potrà ottenere l'effetto di limitare o, addirittura, prevenire tali condotte, ad esempio per non correre il rischio di pagare alti interessi.

  1. In particolare, ecco alcune previsioni del nuovo Regolamento su questo tema:
    • il limite per il pagamento è di 30 giorni per tutti gli atti transattivi, senza possibilità di proroghe e prolungamenti, e ciò vale per ogni ente;
    • gli interessi maturati e le commissioni di compensazione saranno pagati in modo automatico, senza specifica richiesta del creditore.

Per essere certi che questi meccanismi e queste pratiche (che combatteranno, prevenendola, la pratica dei ritardi nei pagamenti) saranno implementati in modo completo ed efficace, si chiede agli Stati Membri di istituire AUTORITÀ di CONTRASTO.

A queste Autorità spetterà il compito di monitorare e di far rispettare le norme.

Importante inoltre sarà la capacità degli Stati Membri di favorire l'uso della RISOLUZIONE ALTERNATIVA DELLE CONTROVERSIE che è un'altra possibile soluzione per dirimere le controversie e, nello stesso tempo, mantenere attivo il rapporto tra creditori e venditori.

  • SISTEMA FISCALE della sede centrale

Questo sistema chiamato HOT (cioè Home Office Tax) verrà incontro alle esigenze fiscali, semplificando i percorsi e riducendo il numero e la varietà degli interlocutori per le PMI che hanno attività e affari a livello sovranazionale.

Nel mondo delle PMI c'è una percentuale altissima di aziende, anche molto piccole, che opera a livello transnazionale e queste sono soggette al rischio di avere una “doppia imposizione fiscale” o comunque di vedere molto aumentato e aggravato il livello della pressione fiscale.

Come funzionerà questo sistema fiscale della sede centrale?

Il meccanismo è molto semplice, almeno a livello tecnico:

una PMI deve rapportarsi solo con l'amministrazione fiscale dove ha la sede centrale.

Le sue imposte saranno quelle richieste dalle norme del paese dove, appunto, ha la sede centrale.

In questo Stato la PMI pagherà le sue imposte complessive.

Toccherà dunque allo Stato dove la PMI ha pagato, calcolare e ripagare al fisco del Paese interessato la quota parte delle entrate fiscali, realizzate in un altro Paese.

Questa semplificazione (e forse anche riduzione di imposte) avrà sicuramente un effetto benefico per le PMI: da un lato favorirà l'espansione internazionale e, dall'altro, farà risparmiare tempo e risorse.

Il testo della proposta, per dare stabilità a queste pratiche innovative, prevede che la PMI che sceglierà queste modalità di “relazione fiscale” dovrà applicarle per un certo numero di anni cioè per 5 esercizi fiscali.

Altre proposte, anche non-legislative

Il “Pacchetto” comprende altre proposte e altre misure, anch'esse importanti e utili, anche se non rappresentano atti normativi.

Ecco le principali:

  • l'applicazione del principio “one in, one out”.

Si tratta di una regola già presente oggi nel quadro normativo, ma necessità di un deciso rilancio.

In cosa consiste?

Anche qui il principio è molto chiaro, ma l'applicazione diventa “incerta” cioè parziale, discrezionale e spesso farraginosa, o, più semplicemente, solo formale e dunque priva di efficacia pratica.

Il principio è questo:

i costi nuovi per la conformità vanno calcolati e COMPENSATI come un abbassamento degli oneri esistenti.

Questo sarebbe un grande vantaggio perché manterrebbe stabile il livello dei costi, anche a fronte di nuovi adempimenti.

È un principio generale che va però applicato a ogni singola disposizione di merito in atto.

La COMMISSIONE, dal canto suo, per dare il buon esempio, nel corso del 2022 l’ha applicato a 52 nuovi atti legislativi, calcolando, quando saranno effettive le norme, una possibile riduzione di oneri per ben 7,3 mld di euro.

Sarebbe un bel risultato se questo principio, già proclamato a livello generale, venisse di volta in volta applicato concretamente ad ogni nuova proposta!

  • Una semplificazione per le procedure più complesse che devono entrare in vigore.

Ad esempio, il NET-ZERO INDUSTRY ACT prevede già una semplificazione delle pratiche per i permessi di produzione tecnologica nel campo NET-ZERO.

Così pure, altri esempi, il CRITICAL RAW MATERIALS ACT si preoccupa che le PMI abbiano effettivo accesso ai materiali critici e indispensabili per le produzioni più avanzate nel green, nel digitale e nell’industria della difesa.

Se le PMI non riescono ad entrare nella filiera produttiva di questi settori e nelle catene di valore, saranno escluse dai grandi campi di sviluppo tecnologico e di crescita industriale.

Per sostenere la capacità di innovazione e di trasferimento tecnologico per le PMI è stato deciso che la rete dei POLI dell’INNOVAZIONE TECNOLOGICA (circa 150) si dedicherà anche con grande rilevanza al mondo delle PMI per accompagnarle nel mercato produttivo delle tecnologie verdi e digitali.

Senza queste opportunità, le PMI sarebbero escluse dai nuovi mercati legati alle nuove tecnologie o rappresenterebbero solo quote molto marginali.

  • La preparazione della forza lavoro necessaria, o meglio, indispensabile per le PMI e per il loro sviluppo e la loro capacità competitiva.

Nelle future ACCADEMIE per le COMPETENZE per le NET-ZERO INDUSTRIES e per le industrie legate all’idrogeno e all’energia solare, si deve prevedere (e facilitare) una presenza per la forza lavoro delle PMI.

Nell'ambito di questa misura relativa alla formazione della manodopera necessaria, va sottolinea l'opportunità di formare anche cittadini di Paesi Terzi.

 L'impiego di personale proveniente da questi Paesi avrebbe un duplice vantaggio:

da un lato colmerebbe il gap tra domanda e offerta di manodopera, naturalmente superando la mancanza di competenze ad hoc e predisponendo una formazione adatta alle esigenze delle PMI,

dall'altro aiuterebbe l'inserimento sociale e lavorativo di persone dei Paesi Terzi che sono presenti nel nostro territorio.

Per fare tutto ciò la Commissione dovrà svolgere un ruolo proattivo, organizzando anche iniziative di incontro, di scambio con eventi fisici e digitali per fare MATCH-MAKING per le PMI.

  •  La creazione di uno SPORTELLO DIGITALE UNICO per le PMI per sostenere l’incontro tra imprese e cittadini e far conoscere occasioni di lavoro e di mercato e per “facilitare”, attraverso la semplificazione delle procedure, la vita dei cittadini e delle imprese e anche per far conoscere meglio, sia alle imprese che ai cittadini, i loro DIRITTI.

Tale sportello dovrà offrire, con metodi anche molto semplici e dunque “praticabili”, tutte le informazioni necessarie alle imprese per la loro attività sulle leggi e le prassi in essere nei vari settori e ai cittadini le informazioni su aspetti legati alle relazioni con le imprese.

  • Il sostegno e lo stimolo agli investimenti attraverso una maggior possibilità di “sfruttare” i finanziamenti possibili per le PMI.

In questa misura rientra la facilitazione per le PMI nell'utilizzo delle opportunità degli appalti pubblici attraverso vari accorgimenti quali, ad esempio, la STANDARDIZZAZIONE DEI DOCUMENTI DI GARA.

Due interventi sono particolarmente importanti per aiutare il finanziamento delle PMI:

  • l'aumento della garanzia di finanziamento nel programma INVEST EU con una “finestra” apposita per il programma STEP che vuole sostenere le tecnologie ambientali e digitali;
  • l’aumento delle disponibilità di finanziamento per le PMI nei diversi programmi dell’UE fino ad arrivare a 200 miliardi di euro al 2027.

Conclusioni

Questo “Pacchetto” fatto di proposte legislative e di misure di intervento ordinarie è molto importante e significativo della volontà di passare “DALLE PAROLE AGLI ATTI”.

Infatti, troppo a lungo si è rimasti sul piano della esaltazione verbale del ruolo delle PMI, del loro peso nel sistema produttivo europeo, senza però intervenire concretamente ed efficacemente.

Ora sembra si cambi l'approccio: “MENO RETORICA E PIÙ AZIONE”.

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