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Gruppo S&D

L’Europa è il nostro futuro

Il documento proposto dagli europarlamentari dem ai candidati alla  segreteria e presentato durante la Convenzione nazionale del Partito democratico.
 
Come ogni altro Paese europeo, l’Italia senza l’Europa sarebbe più debole, esposta e alla mercé delle nuove grandi potenze protagoniste del mondo di oggi; così in movimento e conflittuale.
 
L’Europa ha garantito dalla Seconda guerra mondiale la pace e ha difeso e sviluppato il nucleo più vitale della sua civiltà; che per tanti secoli ha prodotto pensiero, cultura, arte, valori e la fiducia nelle capacità delle singole persone di progettare il futuro e di migliorare la propria esistenza. L’Europa, tra liberismo e comunismo storicamente realizzato, ha costruito un modello sociale ispirato alla sintesi tra libertà e giustizia. Ha rappresentato con il suo compromesso sociale un approdo positivo ed un esempio per tanta parte dell’umanità.
 
A Londra, in Ungheria, in Polonia, nei Paesi al di fuori dell’Unione, ovunque vengano calpestati i diritti, le giovani generazioni hanno alzato la bandiera europea.
 
Erano giovani Antonio Megalizzi e Barto Pedro Orent-Niedzielski europeisti convinti caduti nell’attentato di Strasburgo.
Era giovane Valeria Solesin, ricercatrice alla Sorbona, uccisa nella strage del Bataclan. Era europeista Pawel Adamowicz, il tanto amato sindaco di Danzica barbaramente ucciso, che si batteva contro il governo nazionalista della Polonia.
Non dobbiamo tradire questa nuova generazione che si sente cittadina europea, non dobbiamo tradire le sue aspettative.

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European Child Guarantee

"Vi chiedo di condividere questa cartolina di Natale che promuove la European Child Guarantee, una iniziativa dei Gruppo dei Socialisti e Democratici per porre fine alla povertà infantile. Combattere le diseguaglianze, la povertà e l'ingiustizia sociale è sempre stato al centro delle priorità del nostro Gruppo. In Europa, un bambino su quattro è a rischio di povertà o esclusione sociale. 
 
La povertà priva i bambini di condizioni di vita dignitose, opportunità di istruzione, accesso a un'alimentazione sana e all'assistenza sanitaria. Tutto questo comporta nel tempo a un maggiore rischio di disoccupazione, povertà intergenerazionale, malnutrizione, malattia, abbandono scolastico e esclusione sociale.

Se questa situazione non viene affrontata e corretta attraverso un'azione politica incisiva, rischiamo di precludere il futuro a larga parte della prossima generazione. Ecco perché nel 2014 il Gruppo dei Socialisti e Democratici ha lanciato l'iniziativa European Child Guarantee per porre fine alla povertà dei bambini.

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Uguaglianza sostenibile

Progressive Society è un’iniziativa patrocinata dal gruppo parlamentare dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento europeo (gruppo S&D).
 
Lanciata nel gennaio 2018 grazie all’iniziativa congiunta degli allora tre vicepresidenti del gruppo S&D Udo Bullmann, Isabelle Thomas e Kathleen van Brempt, Progressive Society si ispira agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
 
L’iniziativa è stata messa a punto per arricchire l’attività parlamentare del gruppo S&D in ambiti strategici, legislativi e non, afferenti a svariate politiche europee. Gli ambiti vanno dalla politica in materia di bilancio, pesca, agricoltura o regionale fino ad arrivare alla politica ambientale, industriale e dei trasporti, nonché alle politiche economiche, occupazionali, sociali, di genere e in materia di istruzione, cultura e mercato interno. Attraverso tutti questi ambiti, il gruppo S&D si sta già adoperando per promuovere una trasformazione sostenibile delle nostre economie e società.

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Giornata internazionale per la violenza contro le donne

Oggi, 25 novembre, celebriamo la Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne. L’Assemblea dell’ONU scelse questa data in ricordo dell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981 per ricordare il brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal considerate un esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo, all´epoca dittatore della Repubblica Dominicana. Nel corso dei decenni il movimento internazionale per la promozione della piena parità e partecipazione delle donne nella società è cresciuto e ha contribuito a cambiare le norme di molti Paesi, incluso il nostro.

Si tratta di un percorso segnato da successi e sconfitte, mi riferisco ad alcune aree del mondo in cui ancora la violenza contro le donne, in modo palese o strisciante, continua a essere affermata per legge.
 
Anche in Europa c'è ancora molto da fare. Penso alla Convenzione del Consiglio d'Europa sulla Prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, meglio conosciuta come Convenzione di Istanbul. Questo documento, approvato nel 2011 dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, definisce in maniera esaustiva le diverse forme di violenza che possono colpire le donne e si propone di salvaguardare e supportare le vittime oltre a impedire l’impunità dei colpevoli. Nel marzo di quest´anno come Parlamento Europeo abbiamo formalmente richiamato i ben 11 Stati membri dell’Unione che ancora non avevano ratificato la Convenzione. Di questi soltanto Croazia, Grecia e Lussemburgo hanno dato seguito alla richiesta. Altri Stati, tra i quali l´Ungheria, Repubblica ceca, Slovacchia e Bulgaria continuano a tenere il punto e si oppongono a che l’Unione Europea abbia competenza per quanto riguarda l’ordinamento interno degli Stati membri e delle loro società. Una dichiarazione a dir poco inaccettabile, dal momento che l’Unione Europea lavora alla difesa dei diritti di tutti i suoi cittadini a prescindere dallo Stato membro di provenienza.

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