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Schede informative

Riprendiamo la rubrica di schede informative sulle attività dell'Unione europea, che sono state molto apprezzate, con riferimenti giuridici ma anche con riferimenti legati al dibattito politico e culturale, relative a temi di grande rilevanza sociale su cui l’Europa sta adottando scelte e scrivendo norme che delineeranno un orizzonte di scelte di standard che l‘ Europa auspica possano diventare di riferimento globale. Se volete ulteriori approfondimenti scrivetemi a: 

DIRETTIVA SULLA PRESTAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI (EPBD) altrimenti detta “Case Green”

1. Premessa

In Italia si è molto parlato di questa direttiva, il cui obiettivo è rendere più performanti dal punto di vista energetico le nostre abitazioni e tutto il patrimonio immobiliare, da quello commerciale a quello degli edifici pubblici.

La discussione ha avuto luogo in sede politica ed istituzionale (con o.d.g. e delibere specifiche) ma anche sui social e nei media. Spesso le informazioni sono state “manipolate” e sono circolate molte inesattezze.

Per questo motivo è importante una scheda informativa che riporti esattamente il contenuto prescrittivo o facoltativo della Direttiva, analizzandone tanto le opportunità quanto i problemi e le lacune da colmare. Occorre, tuttavia, partire dalla conoscenza degli atti per fornire un giudizio sereno.

energy green

2. Un giudizio di sintesi e le finalità della Direttiva

Il giudizio è positivo poiché la Direttiva vuole puntare sull’efficienza, cioè sull’ampia possibilità che abbiamo di ottenere risultati sempre migliori utilizzando sempre meno e sempre meglio l’energia.Come è noto, in Europa è in atto una grande riconversione del modello energetico, dai fossili alle rinnovabili. Ma oltre a ciò, occorre affrontare due grandi temi:
  • Il risparmio energetico, poiché oggi gli sprechi sono troppo elevati;
  • L’efficienza nell’utilizzo dell’energia: a)per il riscaldamento ed il raffreddamento delle abitazioni, b) per la mobilità,  c) per la produzione e i servizi.
Nello specifico la Direttiva, che ne rivede una precedente, si occupa degli edifici rafforzando il concetto di ENERGY EFFICIENCY FIRST con nuovi requisiti minimi di prestazione energetica per la trasformazione del settore.

È noto infatti che quasi il 40% delle emissioni di CO2 in atmosfera proviene dalle abitazioni. Vi sono target definiti e vi è la certezza che questi risultati si possano raggiungere anche grazie alle nuove tecnologie ambientali che lo sviluppo delle applicazioni digitali consente già oggi e consentirà sempre più efficacemente.

3. Lo stato dell’iter della Direttiva

Dopo l’emanazione delle proposte da parte della Commissione nel luglio del 2021, il Parlamento Europeo ha lavorato alacremente, giungendo all’approvazione del testo portato in aula dalla Commissione Industria, Ricerca ed Energia (ITRE) nel mese di luglio. Subito dopo ha avuto inizio il Trilogo di confronto con il Consiglio, che si ritiene di concludere entro l’anno.

È possibile che gli Standard, i Target e le date contenute nel testo del Parlamento vengano modificate in senso più “diluito” da parte del Consiglio.

In ogni caso, l’impianto complessivo ed i contenuti essenziali rimarranno quelli contenuti nella posizione del Parlamento.

4. Proposte

I requisiti minimi di prestazione energetica (Classi Energetiche) da raggiungere sono diversi per le diverse categorie di edifici.

  • Per la categoria degli edifici residenziali sono:

dal 2030

Classe E

dal 2033

Classe D

  • Per gli edifici di proprietà pubblica e per gli edifici non residenziali sono:

dal 2027

classe E

dal 2030

classe D

Sono anche previste delle deroghe per gli edifici di valore storico e residenziale, per gli edifici protetti, per i luoghi di culto e per le abitazioni usate per meno di quattro mesi all’anno.

Inoltre sono possibili altre eccezioni a fronte di realtà documentate dagli Stati Membri di raggiungere questi requisiti per ragioni di fattibilità tecnica o economica.

Così per l’edilizia popolare di proprietà pubblica può essere previsto un esonero ed un diverso intervento concordandone le modalità con la Commissione.

Va ben chiarito (cosa che molti comunicati non fanno) che le classificazioni energetiche saranno oggetto di una nuova revisione. La Direttiva chiede infatti agli Stati membri di rivedere e ridefinire le classi degli edifici partendo dal presupposto che la classe G (futura) sarà individuata sulla base del 15% del parco immobiliare con le prestazioni peggiori.

 Non è dunque possibile assimilare le attuali classi con le future e questo vanifica e rende del tutto infondate le valutazioni fatte sul numero delle abitazioni che vedranno profonde ristrutturazioni.

Non si tratta infatti di rinnovare il 60-75% degli edifici (oggi circa 12 milioni) di classe G ed F, ma forse, sulla base di stime più “fondate”, si tratterà del 15-20% di queste abitazioni (circa 2 milioni). Per altro la direttiva non prevede sanzioni e questo solleva in buona parte le preoccupazioni di molti cittadini che non hanno disponibilità economiche.

5. Altri contenuti

  1. È fornita la definizione di “edifici ad emissioni zero” con altissime prestazioni energetiche, norma per tutti gli edifici
  2. Le caldaie da installare per edifici nuovi e per ristrutturazioni profonde non dovranno più essere alimentate a combustibili fossili (fatta eccezione per le caldaie ibride). Inoltre anche gli incentivi finanziari per le caldaie con combustibile fossile non saranno più erogati dal 2024 (secondo il testo del Parlamento)
  3. Ogni edificio avrà un PASSAPORTO, ovvero una scheda identificativa con note e
  4. Per le infrastrutture è previsto che nelle diverse tipologie di edificio vengano installate aree con punti di ricarica per i veicoli elettrici e posti per le biciclette, nonché installazioni di precablaggio.
  5. Per i pannelli solari è prevista l’installazione sui tetti degli edifici nonché nei parcheggi coperti. In questo modo la produzione di energia solare sarà incentivata e fortemente

6. Gli impegni degli Stati Membri

Gli Stati Membri dovranno applicare la Direttiva attraverso tutta una serie di atti successivi, dalla riclassificazione delle classi energetiche alle proposte di deroga.

Ma particolarmente importante sarà la definizione del PIANO NAZIONALE che predispone gli strumenti finanziari necessari per programmare gli interventi, definirele scadenze, rimuovere gli ostacoli burocratici e per istituire strutture di assistenza tecnica con gli SPORTELLI UNICI.

Inoltre, gli Stati Membri dovranno proporre, accanto ai propri stanziamenti finanziari, l’utilizzo ordinato di fondi europei e di diversi programmi dell’Unione, nonché delle partnership pubblico-private.

In modo particolare, gli Stati Membri dovranno apportare e trovare soluzioni al tema dell’initial funding, cioe dei costi iniziali delle ristrutturazioni, anche coinvolgendo in modo proattivo banche ed istituti di finanziamento e credito, soprattutto considerati i nuclei più vulnerabili.

 7. Vantaggi ed opportunità

Si potrebbe dire che una buona applicazione della Direttiva porterà alcuni vantaggi:

  • Migliorerà la qualità dell’aria e dell’ambiente
  • Si aumenterà il valore del bene immobiliare
  • Si ridurrà il consumo di energia
  • Si ridurrà il costo della bolletta

In Italia in particolare, il tema della valorizzazione del patrimonio edilizio è importante poiché quest’ultimo risulta piuttosto inefficiente e vetusto (più del 65% degli immobili ha più di 45 anni) ed è stato costruito senza alcun criterio di risparmio energetico.

Ciò comporta un consumo eccessivo di energia e costi aggiuntivi per il fabbisogno energetico delle abitazioni.

Un’altra opportunità sarà costituita dal volume di investimenti che si innalzerà di molto e dal numero di occupati che crescerà significativamente.

  8. Nodi da affrontare

Il maggiore dei nodi da affrontare riguarda, come detto, la disponibilità dellerisorse e per questo si auspica anche, nella revisione di medio termine del bilancio europeo e sopratutto nel Quadro Finanziario Pluriennale, una linea di bilancio ed uno stanziamento ad hoc.

Altro nodo è quello della POVERTÀ ENERGETICA crescente a causa degli aumentati costi dell’energia. Per ridurre la povertà energetica saranno sicuramente utili interventi di efficientamento e di miglioramento delle condizioni delle abitazioni di nuclei vulnerabili.

Tuttavia, a maggior ragione in tal caso, la disponibilità di risorse è il punto cruciale e per le categorie più fragili andrà studiato e realizzato un programma di interventi ad hoc.

  8. Conclusioni

In conclusione questa direttiva, attorno alla quale si sono fatte tante polemiche e tante false informazioni e tante strumentalizzazioni sono state diffuse, è, al contrario, necessaria e positiva.

La Direttiva tratta di formalità molto importanti sia per l’energia che per il patrimonio immobiliare che per il risparmio economico di cittadini, proprietari o affittuari. Inoltre punta a migliorare l’ambiente e la qualità dell’aria nelle città in cui si vive.

La valutazione è dunque positiva. Ciò che va fatto, aspettando la versione finale della normativa, è preparare tutti gli strumenti necessari, prevenire gli eventuali costi e ostacoli e programmare gli interventi necessari.

In particolare, altri tre aspetti, al di là di quelli finanziari, vanno evidenziati:

  • La necessità di prevedere materiali alternativi e tutto ciò che sarà necessario per gli interventi per evitare che un aumento forte della domanda generi un aumento manipolato di prezzi (e relative speculazioni) o generi mancanza di approvvigionamento.
  • La necessità di predisporre tutta la manodopera necessaria e garantire laqualificazione professionale.
  • La   necessità   di   sostenere   e   finanziare   la   ricerca   e l’innovazione tecnologica nel settore ambientale.
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