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Schede informative

Riprendiamo la rubrica di schede informative sulle attività dell'Unione europea, che sono state molto apprezzate, con riferimenti giuridici ma anche con riferimenti legati al dibattito politico e culturale, relative a temi di grande rilevanza sociale su cui l’Europa sta adottando scelte e scrivendo norme che delineeranno un orizzonte di scelte di standard che l‘ Europa auspica possano diventare di riferimento globale. Se volete ulteriori approfondimenti scrivetemi a: 

La riforma del mercato elettrico

Dopo tanti annunci, nell'ambito delle iniziative di politica energetica per la transizione dalle fonti fossili alle rinnovabili, finalmente la Commissione europea ha varato nel marzo 2023 una Riforma del Mercato Elettrico, “market design”, che vuole aggiornare il quadro legislativo e di funzionamento del mercato.

Ora il progetto è all'esame del Parlamento, affidato principalmente alla COMMISSIONE INDUSTRIA ed ENERGIA (ITRE) di cui l’on. Toia fa parte.

Questo nuovo assetto vuole rendere più rapido lo sviluppo e la diffusione delle energie rinnovabili anche per garantire una maggiore stabilità al costo dell'energia per le famiglie e le imprese che hanno affrontato la “volatilità” del mercato del gas e i prezzi cresciuti a dismisura negli ultimi due anni.

mercato elettrico

Accanto alla riforma del mercato c'è anche un provvedimento REMIT (Regolamento di cui l’on. Toia è shadow per il gruppo SD) che vuole prevenire e controllare le possibili manipolazioni del mercato (e quindi dei prezzi).

La crisi energetica (e le implicazioni della guerra decisa dalla Russia) ha imposto all’UE di “correre” nella sua già programmata riconversione ambientale ed energetica.

FINALITÀ AMBIENTALI: la sostenibilità

Alcuni obiettivi della riforma:

  • favorire i contratti a lungo termine (che mettono al riparo dalle variazioni impreviste dei prezzi);
  • favorire per il sistema elettrico soluzioni “più pulite”;
  • affrontare il tema degli stoccaggi.

Lo scopo, ancora una volta, è disegnare le condizioni per un approvvigionamento energetico sostenibile e non dipendente da altre (poche) aree del mondo.

Una precondizione per una grande crescita del mercato elettrico da rinnovabili è che la capacità produttiva di rinnovabili si triplichi entro il 2030.

FINALITÀ INDUSTRIALI: la sostenibilità economica

Accanto agli obiettivi ambientali ci sono obiettivi industriali ed economici, in particolare:

  • predisporre gli strumenti per garantire al sistema industriale il necessario approvvigionamento a “prezzi sostenibili”, e ciò sarà possibile attraverso gli “Accordi di compravendita di energia elettrica”.

Solo così le imprese programmeranno la disponibilità dell'energia necessaria e a prezzi più convenienti.

Per favorire questi accordi, la proposta della Commissione prevede che sia a carico degli Stati Membri la copertura assicurativa di rischi di credito, con le garanzie necessarie;

  • predisporre “contratti bidirezionali o per differenza”, e sostenere gli investimenti per la produzione di energia;
  • destinare, per decisione nazionale, i ricavi in eccesso ai consumatori;
  • attivare i contratti forward.

FINALITÀ SOCIALI: la difesa del consumatore

Una priorità in questa riforma è riservata alla tutela del consumatore e alla sua responsabilizzazione.

La stabilità dei prezzi, grazie alle tecnologie per l'energia da fonti rinnovabili, è un beneficio da cui i consumatori, cittadini o imprese, possono avere un vantaggio

Ciò si realizza attraverso:

  • la messa a disposizione dei cittadini di una possibilità di scelta tra diversi tipi di contratto;
  • la disponibilità di informazioni esaustive e chiare;
  • l'offerta di modalità a “prezzo dinamico” per giovarsi elle fasce orarie più convenienti, cioè a minor costo;
  • la garanzia di avere comunque un fornitore di ultima istanza per non correre il rischio di rimanere senza elettricità.

Un'attenzione particolare sarà data ai consumatori vulnerabili, fascia di cittadine e cittadini purtroppo crescente.

Le COMUNITÀ ENERGETICHE e la CONDIVISIONE

Si aggiorna, con questa proposta, anche il quadro normativo sulla condivisione delle energie rinnovabili, soluzione molto importante per una gestione partecipata, responsabile e solidale dell’energia.

Gli stessi consumatori (non solo le compagnie energetiche) avranno la possibilità di investire in infrastrutture come i parchi energetici (sia eoli che solari) e potranno consumare l'energia da loro prodotta nonché rivenderne una parte se l’hanno in eccesso.

Con questa prospettiva si introducono molte novità sia perché la figura del consumatore diventa anche produttore e fornitore di energia sia perché si può sviluppare una dimensione di condivisione (con i vicini, col quartiere, etc.).

In questa chiave, inoltre, si inserisce una dimensione di solidarietà, per esempio, attraverso una fornitura gratuita o privilegiata alle realtà familiari o consumatori più fragili e vulnerabili.

Anche questa è una modalità per affrontare e combattere la “povertà energetica”.

Nel testo si menzionano, a tale proposito, le Comunità Energetiche Rinnovabili, grande novità introdotta a livello europeo e ora in fase di implementazione, troppo lenta, da parte degli Stati Membri.

Su tale punto, l’on. Toia ha presentato un emendamento (che si spera sia alla fine approvato) che aggiunge la fattispecie cooperativa prevedendo che:

«le comunità energetiche rinnovabili possano essere anche in forma cooperativa».

CONSIDERAZIONI POLITICHE

Il gruppo SD sta proponendo le sue priorità:

  • messa in primo piano della lotta alla povertà energetica;
  • integrazione di tutte le energie rinnovabili in un’ottica di sistema;
  • sviluppo della tutela e della responsabilizzazione dell'utente, come perno della riforma.

In generale, la prima valutazione che fanno il gruppo SD e l’on. Toia è che:

  • manca ogni riferimento chiaro al cosiddetto “decoupling”, cioè al disaccoppiamento tra elettrico da gas ed elettrico da rinnovabili.

Questa misura era stata a lungo evocata per non far ricadere sui consumatori dell'elettrico da rinnovabili i costi dell'elettrico da gas, scorporando le due fonti e creando dunque un valore di mercato differenziato.

Ma nel testo la proposta non c'è e il Parlamento non sembra intenzionato a rimetterla.

Il giudizio complessivo dunque è “positivo, ma insufficiente” o “buono, senza coraggio”.

Si poteva osare di più e, forse, il momento era giusto.

Vedremo se il Parlamento saprà cogliere l'occasione e agire decisamente.

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